Aggiornato il 29/12/18 at 10:48 pm
di Shorsh Surme — E’ sciagurata decisione di Donald Trump di ritirare le truppe Usa dalla Siria e precisamente dalla zona del Kurdistan della Siria, voltando così la spalle alla popolazione curda del Rojawa ma soprattutto lasciando la strada libera al “sultano” turco Recep Tayyp Erdogan. Quest’ultimo continua a minacciare di attaccare i curdi con l’obiettivo di annientare la resistenza del popolo curdo.
Donald Trump sembra essersi dimenticato che se l’Isis è stato sconfitto è proprio grazie ai curdi che si sono scarificati per difendere la libertà e che hanno combattuto ogni forma di violenza. Ha così ragione Jim Mattis, segretario alla Difesa degli Stati Uniti, ad aver annunciato le sue dimissioni considerando il ritiro della Siria come un tradimento nei confronti sia dei curdi sia delle forze che lottano contro il regime siriano.
Le dimissioni di Mattis arrivano il giorno dopo che Trump ha ordinato il ritiro delle forze statunitensi dalla Siria, dove insieme alle forze democratiche siriane (SDF), guidate dai curdi, gli Usa hanno lottato contro lo Stato Islamico.
Anche il governo regionale del Kurdistan Irq. (KRG) si è detto preoccupato per la situazione. Proprio ieri il leader curdo, Massud Barzani, ex presidente della regione del Kurdistan, ha espresso la sua speranza che la decisione degli Stati Uniti non arrivi a “causare ulteriori guerre e violenze”.
Il legame tra gli Stati Uniti e la Turchia all’interno della Nato si è di nuovo stabilito proprio sulla pelle dei curdi. Un’indicazione di questa distensione tra i due paesi è la vendita di 80 missili americani alla Turchia per un valore di per 3,5 miliardi di dollari, un pacchetto che comprende missili guidati Patriot. Come sempre i curdi non servano più.
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