Aggiornato il 04/05/18 at 07:52 pm
L’11 settembre cambiò tutto. Tony Blair testimone di punta davanti alla commissione d’inchiesta britannica sull’Iraq. Fu l’ex premier, che all’epoca risiedeva al numero 10 di Downing Street, a decidere il controverso intervento di Londra contro Saddam Hussein nel 2003: “È vero, c’era divisione. Ma nel senso che c’erano due gruppi, c’era anche un nutrito gruppo nella comunità internazionale, nel Parlamento britannico, persino nel governo britannico, c’era anche chi pensava che fosse la cosa giusta da fare. Nell’Unione europea all’epoca, credo che 13 su 25 Paesi membri appoggiassero l’America”.
Blair ha insistito sul fatto che con George W.Bush non vi fu alcun accordo segreto siglato nell’aprile del 2002 nel ranch texano di Crawford. Decisivi, secondo Blair, gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001: “Questo evento mi ha portato a modificare totalmente l’intero calcolo del rischio. Il mio punto di vista di allora resta il mio punto di vista di adesso. Occorre considerare che in questo attentato terroristico oltre 3000 persone furono uccise nelle strade di New York: fu un evento orribile. Dopo quel momento mi convinsi del fatto che non si potevano affatto prendere rischi. Un aspetto di tutto questo – poiché eravamo stati informati – era che queste persone avrebbero usato armi chimiche o biologiche o nucleari, se le avessero avute a disposizione. Quella convinzione cambiò totalmente la nostra visione dei rischi in materia di sicurezza. Per dirlo in modo chiaro: questa non era una posizione americana, questa era la mia posizione e la posizione britannica”.
Davanti alla commissione Chilcot, Blair, primo ministro dal 1997 al 2007, deve difendersi dalle accuse di avere mentito al Parlamento e all’opinione pubblica britannica su un intervento costato la vita a 179 militari di Sua Maestà.
fonte: euronews
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