Aggiornato il 04/05/18 at 07:52 pm
di Shorsh Surme
Ci siamo. Ogni volta che ci sono le elezioni in Iraq, ecco che torna la violenza prepotentemente. Infatti, quella di ieri è stata la giornata più brutta per i cittadini del capitale Baghdad in quanto sono state colpite, non una caserma, non la sede di un partito, ma bensì un gruppo di alberghi nel cuore della città, causando più di 40 morti e 150 feriti tra la popolazione civile. Questi attentati avvengono a meno di due mesi dalle elezioni legislative, che, pur faticosamente, dovrebbero continuare a portare avanti il processo di democratizzazione. Un processo democratico che non va bene ai Paesi limitrofi, come Iran, Turchia e Siria, perché devono guardare in casa propria.
Gli attentati di ieri sono avvenuti subito dopo che il portavoce del governo federale dell’Iraq, Ali al-Dabbagh, ha annunciato l’avvenuta esecuzione di Ali Hassan al Majid. “La sentenza di condanna a morte è stata eseguita” ha affermato al-Dabbagh.
Alì il chimico era stato condannato a morte una settimana fa per la strage di Halabija. Il tribunale lo aveva ritenuto responsabile di aver fatto usare il gas per bombardare la cittaddina curda di Halabija nel 1988. Cinquemila persone, per lo più donne e bambini, persero la vita in pochi minuti, soffocate da un micidiale cocktail di Tabun, Sarin e VX.
Quella per la strage di Halabija, che gli valse il soprannome di ‘Alì il chimico’, era la sua quarta condanna alla pena capitale e riguardava quello che è considerato il più grave attacco chimico della storia contro civili.
Lascia un commento