Aggiornato il 03/05/18 at 04:38 pm
di Francesco Grignetti
Una delegazione proveniente dal Kurdistan incontra il ministro della Difesa Pinotti: «Grazie per il supporto, ma ci servono vestiti per 170 mila arruolati e armi pesanti»…..
Sono venuti dal Kurdistan a ringraziare l’Italia e gli italiani. Una delegazione di peshmerga kurdi ha incontrato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e poi alcuni senatori della commissione Difesa: ci ringraziano per il supporto, per il lavoro degli istruttori militari che da quasi un anno sono ad Erbil, e per le armi che sono uscite dai nostri arsenali e sono finite in prima linea nelle loro battaglie contro il Califfato. Ma quanto fatto non basta. I peshmerga hanno mobilitato un esercito di popolo, di ben 170 mila uomini e donne, e hanno bisogno di tutto. Ci chiedono innanzitutto divise invernali, e poi gli serve armamento pesante. Il governo italiano non ha problemi per il vestiario, che quanto prima verrà spedito in Kurdistan. Quanto alla fornitura di armamento pesante, invece la legge prevede un iter decisionale più complicato e quindi la risposta non può essere concessa su due piedi.
All’incontro con la Pinotti c’era il ministro dell’Interno del Kurdistan, Karim Sinjari, che ha ringraziato Pinotti per l’impegno italiano: «L’Italia – dice – per noi è molto importante, senza il vostro aiuto, forse oggi non saremmo qui ad illustrarvi la situazione». Dallo scorso gennaio il contingente italiano ha addestrato oltre 2000 peshmerga su un totale di circa 5000 formati dai trainers della coalizione costituita da 7 nazioni europee (Italia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Finlandia, Olanda e Ungheria). L’addestramento si concentra nel settore dello sminamento, nel contrasto agli ordigni inesplosi, nella formazione di tiratori esperti e nelle tecniche di combattimento nei centri abitati.
I peshmerga vantano un notevole successo sul campo, con la liberazione della città di Sinjar, in Iraq. Ma la situazione in Siria e in Iraq, comunque, resta «difficile», per stare alla parole della ministra. Intanto, con il decreto appena approvato dal Parlamento, la presenza militare italiana in Kurdistan cresce. «Noi – dice la Pinotti – aumentiamo di un terzo il contingente italiano in Iraq, che ad oggi è il secondo contingente anti-Daesh tra tutti i Paesi che partecipano alla Coalizione». Sempre e rigorosamente in funzione di addestramento, però. Non di combattimento.
Fonte:la stampa
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