Aggiornato il 03/05/18 at 04:39 pm
di Shorsh Surme
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan non si smentisce mai. in un’intervista con la tv turca Kanal 24 è stato categorico nei confronti dei curdi del Kurdistan della Siria (Rojava) , affermando che “la Turchia non vuole vedere la nascita di……… un’altra regione curda simile a quello del Kurdistan iracheno in Siria. Ha poi aggiunto che “Noi non vogliamo ciò che sta accadendo nel nord dell’Iraq nel nord della Siria”. Erdogan non è ancora riuscito a darsi ragione del cambiamento in corso ed ancora oggi, dopo quasi 25 anni dalla nascita della Regione autonoma curda, la vede come un elemento di instabilità politica per il governo turco. In realtà la questione curda è cambiata. I 25 milioni di curdi della Turchia, che rappresentano circa un quarto della popolazione turca, non possono essere più ignorati, come è avvenuto fino ad oggi. Il governo del “sultano” Recep Tayyip Erdogan e le istituzioni militari che stanno dietro di esso fingono ancora di non vedere l’enorme cambiamento che ha avuto luogo nella regione e che fra l’altro ha portato il Kurdistan iracheno, dopo interminabili sofferenze, a godere dei propri diritti nel contesto di un’unione di tipo federale con gli arabi iracheni, secondo il progetto di un Iraq moderno e democratico. La questione curda riguarda un popolo con più di 40 milioni di persone che vive su una terra storica che si estende per oltre 500mila km. quadrati. Al terzo millennio e nel 2015, in base a quale logica questi Paesi, cioè la Turchia, l’Iran e la Siria, continuano a negare il diritto di un popolo come quello curdo, così radicato nella storia e nella geografia della regione? Fino a quando si schiereranno insieme contro i curdi? La dichiarazione di Erdogan a due giorni dalla elezioni anticipate è assolutamente miope e rivela una mentalità ristretta, la quale non comprende che i curdi ormai non sono più le vittime predestinate delle politiche di questi Paesi.
Lascia un commento