Erbil, Papa Francesco scrive ai cristiani: “Vorrei venire a consolarvi”. Renzi: “Cooperanti sono persone del 2014”

Aggiornato il 03/05/18 at 04:40 pm


A due giorni dal Natale, il mondo cattolico e le istituzioni italiane ed europee si stringono attorno ai profughi di Erbil, costretti a fuggire dalle loro case sotto la minaccia dell’Isis. Ai perseguitati cristiani si rivolge direttamente Papa Francesco, in una lettera che… dimostra ancora una volta la sua vicinanza spirituale ai cristiani e alle altre minoranze di un Medio Oriente ancora senza pace. “Spero tanto – scrive Bergoglio – di avere la grazia di venire di persona a visitarvi e a confortarvi”. Nello stesso giorno a Erbil sono in visita il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, e l’Alto rappresentante della politica estera Ue, Federica Mogherini. E dall’Italia è il premier Matteo Renzi a incoronare i cooperanti di Erbil “italiani dell’anno 2014 dal punto di vista delle emozioni”. Tra questi cooperanti ci sono anche gli operatori di Un Ponte Per, che hanno appena distribuito a oltre 250 famiglie i kit invernali raccolti grazie alla campagna congiunta con HuffPost Italia.
Papa Francesco: “Vorrei recarmi nei campi per consolare i profughi dell’Iraq”. “Consolazione e speranza” sono le parole chiave della lettera ai cristiani del Medio Oriente nella quale Francesco esprime la sua vicinanza e quella della Chiesa al piccolo gregge del Medio Oriente e ai pastori che accompagnano “con sollecitudine il cammino” delle loro comunità, in particolare quelle fuggite lo scorso agosto da Mossul e dalla Piana di Ninive in Iraq, rifugiate per lo più a Ebril, nel Kurdistan iracheno. “Spero tanto – scrive – di avere la grazia di venire di persona a visitarvi e a confortarvi”.
“Per quanto tempo dovrà soffrire ancora il Medio Oriente per la mancanza di pace?”, si chiede Bergoglio, che definisce l’Isis come una “recente e preoccupante organizzazione terrorista, di dimensioni prima inimmaginabili, che commette ogni sorta di abusi e pratiche indegne dell’uomo”. Questi terroristi – rileva Francesco – colpiscono i cristiani “che sono stati cacciati via in maniera brutale dalle proprie terre”. E così, prosegue la lettera, per “molti di voi alle note dei canti natalizi si mescoleranno le lacrime e i sospiri”.
Gentiloni a Erbil: “Faremo ancora di più nella lotta contro l’Isis”. A Erbil, nel Kurdistan iracheno, è arrivato intanto il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, che incontrerà, tra gli altri, i responsabili di Un Ponte Per, associazione con cui HuffPost ha collaborato per una campagna dedicata proprio ai cristiani sfollati, raccogliendo 1.116 kit invernali per oltre 250 famiglie.
“La lettera del Papa ai cristiani in Medio Oriente dimostra straordinaria sensibilità”, ha commentato Gentiloni. “Vista da qui, ha un grandissimo valore morale e politico”, anche perché “si rivolge non solo ai cristiani ma a tutte le minoranze che sono le vittime più a rischio e hanno più bisogno del sostegno morale del Papa”. Scrive infatti Bergoglio: “La situazione drammatica che vivono i nostri fratelli cristiani in Iraq, ma anche gli yazidi e gli appartenenti ad altre comunità religiose ed etniche, esige una presa di posizione chiara e coraggiosa da parte di tutti i responsabili religiosi, per condannare in modo unanime e senza alcuna ambiguità tali crimini e denunciare la pratica di invocare la religione per giustificarli”.
Quanto alla politica, l’Italia farà “ancora di più” per assistere l’Iraq nella lotta contro i jihadisti dello Stato islamico, ha assicurato Gentiloni, nel corso di una conferenza stampa a Baghdad, al termine di un colloquio con il ministro degli Esteri iracheno, Ibrahim al Jaafari. Gentiloni ha sottolineato come la sua visita, che fa seguito a quella del premier Matteo Renzi ad agosto, rappresenti “un chiaro messaggio che l’Italia è impegnata a continuare a sostenere l’Iraq”. In particolare c’è sostegno per l’iniziativa del nuovo governo che “ha un approccio più complessivo alla realtà irachena nelle sue varie componenti, anche regionali” e nella lotta contro l’Isis.
Il ministro iracheno al Jaafari ha ringraziato l’Italia “per lo straordinario e continuo sostegno all’Iraq nella lotta contro l’Isis”. Al Jafaari ha sottolineato “il ruolo di primo piano” svolto dal nostro Paese nel combattere i jihadisti dello Stato islamico e il contributo alla “ricostruzione del patrimonio culturale iracheno”.
Dopo aver incontrato il premier del Kurdistan iracheno Nechervan Idris Barzan, Gentiloni domani visiterà il campo profughi di Bhangra e incontrerà una trentina di militari italiani, avanguardia del contingente di 200 uomini incaricati di addestrare i peshemrga curdi. Gentiloni ha ricordato il contributo italiano alla coalizione anti-Isis di 62 Paesi, sia “dal punto di vista umanitario” che da quello militare, con l’invio di armi, munizioni e di istruttori militari a Baghdad ed Erbil, oltre ad aerei Tornado e i droni Predator che effettuano missioni di ricognizione dal Kuwait.
Renzi: “Italiani del 2014? Cooperanti di Erbil, Napolitano e Cristoforetti”. Gli italiani dell’anno 2014 per il presidente del Consiglio Matteo Renzi sono: “dal punto di vista delle emozioni, i cooperanti di Erbil; dal punto di vista politico,.-…… Giorgio Napolitano che ha puntato sulle riforme e le riforme sono partite; dal punto di vista della ricerca italiana, l’astronauta Samantha Cristoforetti”.
Mogherini a Erbil: “Vittorie peshmerga importanti per il mondo”. Le vittorie delle milizie peshmerga nell’area di Chenkal, nel nord dell’Iraq, sono molto importanti per il morale dei curdi, della coalizione internazionale e del mondo intero. Lo ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera e di difesa dell’Unione europea, Federica Mogherini, nel corso di un colloquio con il primo ministro della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Nechervan Idris Barzani, avvenuto ieri sera a Erbil. Le due parti hanno parlato anche della lotta al terrorismo e della guerra contro lo Stato islamico, sottolineando che l’organizzazione di Abu Bakr al Baghdadi è un pericolo per l’umanità e che dovrebbe essere eliminata definitivamente in tutte le sue forme.
Il premier Barzani, da parte sua, ha detto che la lotta contro lo Stato islamico non si combatte solo sul fronte militare, ma anche dal punto di vista intellettuale e dell’istruzione. Il premier ha sottolineato l’importanza del sostegno umanitario e militare garantito dalla coalizione internazionale al Kurdistan iracheno, così come l’efficacia dei raid aerei dell’alleanza a sostegno delle forze di terra peshmerga. Le due parti hanno discusso anche della questione dei rifugiati e degli sfollati, dell’accordo definitivo tra il governo regionale del Kurdistan e il governo federale in materia di petrolio, delle relazioni tra la regione del Kurdistan e i paesi limitrofi, della situazione nella regione in generale e della ripercussioni della guerra contro il terrorismo.
Oggi l’ex titolare della Farnesina incontrerà il presidente della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani, con cui discuterà della guerra al terrorismo, degli aiuti europei ai rifugiati, delle relazioni dell’Unione europea con la regione del Kurdistan e dei futuri aiuti europei alla regione. La Mogherini, infine, ha in programma una visita presso il campo profughi allestito vicino al capoluogo curdo di Erbil.
fonte:L’Huffington Post

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