Un popolo negato lotta da solo contro la barbarie dell’Isis

Aggiornato il 03/05/18 at 04:40 pm


di Shorsh Surme

Pochi sanno che i curdi in Siria sono circa il 9% della popo­la­zione, sono la più grande mino­ranza etnica del paese. Vivono pre­va­len­te­mente nel Kur­di­stan della Siria che geo­gra­fi­ca­mente è situata a nord e nord-est del paese ma anche ad Aleppo e a Dama­sco sono pre­senti signi­fi­ca­tive comu­nità curde……. I curdi negli ultimi 90 anni hanno dovuto lot­tare per pre­ser­vare la pro­pria esi­stenza. Sono stati mas­sa­crati da tutti i governi che sono suc­ce­duti in Iraq, in Tur­chia, in Iran e in Siria. In quest’ultimo paese, nel corso della mas­sic­cia poli­tica di ara­biz­za­zione ini­ziata nel 1962, a circa 200 mila cit­ta­dini curdi è stata negata la cit­ta­di­nanza siriana.
Que­sto gruppo di cit­ta­dini senza patria, insieme ai pro­pri discen­denti anche loro senza diritti, non hanno nes­suna iden­tità, in quanto il regime siriano prima nell’era del padre Hafiz Al Assad poi quello del figlio Bashar Al Assad non hanno mai rico­no­sciuto que­sti curdi come cit­ta­dini di quel Paese.
Dopo la presa del potere di Bashar al Assad, nell’estate del 2000, si ini­zia una timida aper­tura, tra governo e la popo­la­zione curda. Venne rimosso gran parte dell’apparato di sicu­rezza e della poli­zia poli­tica della regioni curde e ordi­nato ai fun­zio­nari del par­tito al potere Al Baath di con­fron­tarsi con i lea­der dei par­titi curdi, i quali subito avan­za­rono le loro richie­ste in ter­mini di incre­mento dei diritti cul­tu­rali e poli­tici. Ma, nel marzo 2004, la situa­zione pre­ci­pitò nuo­va­mente a causa di una dura repres­sione senza pre­ce­denti, seguita a mani­fe­sta­zioni di piazza sfo­ciate in scon­tri; allora il capo della fami­ge­rata (Mukha­ba­rat) poli­zia segreta della città diede una rispo­sta spro­po­si­tata che pro­vocò 46 morti, cen­ti­naia di feriti più di 2.000 arresti.
La situa­zione rimase inva­riata fino alla rivolta della popo­la­zione Siriana con­tro il regime di Assad nel 2011. All’indomani dell’abbandono degli appa­rati gover­na­tivi dalle zone curde. I curdi per col­mare il vuoto lasciato del regime, hanno giu­sta­mente creato tre can­toni – Afrin, Jazira e Konabe – abi­tati da una con­fe­de­ra­zione di popoli e etnie. Curdi, Assiri, Tur­co­manni, Siriani, Arabi, Armeni si sono con­fe­de­rati e i rap­pre­sen­tanti dei pro­pri vil­laggi hanno volon­ta­ria­mente ade­rito alla con­fe­de­ra­zione del Kur­di­stani Rojava ovvero Kur­di­stan dell’Ovest. Ogni vil­lag­gio elegge i suoi rap­pre­sen­tanti che ammi­ni­strano leggi e giu­sti­zia a livello locale e par­te­ci­pano alla poli­tica di ogni pic­colo cantone.
Que­sta situa­zione non è andata giù alla Tur­chia, per­ché il pro­blema curdo è una sua spina nel fianco: teme (ma senza alcuna ragione) che, nella con­fusa situa­zione siriana, potrebbe nascere una Regione curda siriana sul modello dei loro fra­telli curdi Ira­cheni e che que­sta potrebbe poi unirsi ai curdi della Tur­chia, che ormai lot­tano da anni per la loro libertà. Quindi è comin­ciato un intenso lavoro di pro­vo­ca­zioni da parte di agenti tur­chi, così si sono inten­si­fi­cate le infil­tra­zioni e gli attac­chi delle bande cri­mi­nali come Jeb­hat Al Nusra affi­liato ad al Qaeda, ma aiu­tato del governo Turco e, sotto dire­zione dei Ser­vizi tur­chi, hanno attac­cato le città del Kur­di­stan occidentale.
Gli intensi com­bat­ti­menti in corso in que­ste ore, intorno alla zona di Kobane con­ti­nuano. I Pesh­merga delle due forze curde Unità di Pro­te­zione Popo­lare (Ypg) e Unione delle donne (Ypj) stanno difen­dendo Kobane e i vil­laggi cir­co­stanti nono­stante le risorse molto limi­tate e le armi leg­gere con­tro gli assas­sini dell’Isis super ara­mati. Le forze di difesa del Rojava e l’amministrazione del Rojava fino ad oggi si sono difese e ammi­ni­strate con i loro mode­sti mezzi. Le forze del Rojava sono state anche quelle che hanno aiu­tato la popo­la­zione di Shen­gal nel Kur­di­stan dell’Iraq, quando sono stati attac­cati dai ter­ro­ri­sti dell’Isis nell’agosto scorso.
Nono­stante tutti i ten­ta­tivi e tutte le richie­ste, il popolo del Rojava non ha rice­vuto tut­tora alcun aiuto dal mondo esterno, fatta ecce­zione per alcune orga­niz­za­zioni uma­ni­ta­rie. La coa­li­zione inter­na­zio­nale anti-Isis non ha dato ancora nes­sun aiuto ai curdi di Rojava.
 

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*