Aggiornato il 03/05/18 at 04:40 pm
di Giorgio Castriota Santa Maria Bella
In questo periodo i Curdi (In arabo-persiano “Curd”) sono tornati alla ribalta della storia in concomitanza con l’offensiva dell’ISIS -gli integralisti sunniti-in Iraq e Siria, da loro valorosamente ostacolata con le loro milizie, i “Peshmerga”…… Chi sono i Curdi?
Si tratta di un gruppo etnico che abita nella parte settentrionale e nord-orientale dell’antica Mesopotamia attualmente inclusa nell’Iran, nella Siria, nella Turchia e, in misura minore, in Armenia anche se piccole comunità sono presenti in Libano, Giordania, Azerbaigian, Afganistan, Pakistan, Georgia.
Poco si sa della loro storia prima della conquista araba di quelle contrade nel VII ° secolo d.C.
Forse discendono dagli abitanti dell’antico regno dei Carduchi ricordati da Senofonte e Strabone.
Probabile la mescolanza con elementi Sciiti e Galati di stirpe celtica (talora, infatti, s’incontrano tra loro tipi biondi) .
Si stima che siano oltre 30 milioni (10% c.a. della popolazione turca, 7/8% c.a. di quella irachena, 6% c.a. di quella siriana, 4% c.a. degli Iraniani, 3% c.a. in Armenia etc.).
Sono divisi in tribù. Sono, in genere, allevatori semi -nomadi ma praticano anche, sussidiariamente, l’agricoltura.
Sono di fede mussulmana sunnita di rito sciafeita.
Il curdo è una lingua indo-europea della famiglia iranica divisa in tre gruppi dialettali con molti apporti del persiano moderno e dell’arabo.
Fin dalla conquista araba del Medio Oriente i Curdi si distinsero per il loro spirito d’indipendenza che si manifestò in frequenti rivolte.
La regione dello Shahrizon (nel sud-est del Kurdistan iracheno), tuttavia, si affermò dall’11° al 16° secolo d.C. come regno indipendente.
Altre tribù curde, invece, si sottomisero alla dinastia turca dei Selgiuchidi.
Nel 12° secolo il Sultano Sangiar istituì la provincia del Kurdistan.
Nella seconda metà del 12° secolo con Saladino il Grande, sultano di Egitto e Siria, di etnia curda, questa po polazione dominò quei territori.
Nel 1514-1536 furono sottomessi dai Turchi ma continuarono a difendere la propria indipendenza alleandosi con i Persiani ed i feudatari cristiani.
Insorsero più violentemente contro i Turchi tra il 1832 ed il 1847 per opporsi alle riforme che il governo di Costantinopoli aveva introdotto. Subirono, per conseguenza, la distruzione di molti loro castelli ed i loro esponenti (i c.d. “derebey” = signori delle valli)vennero sostituiti da governatori turchi.
Con la rivoluzione dei Giovani Turchi, agli inizi del XX ° secolo, i Curdi dell’impero ottomano ricevettero un nuovo impulso nazionalistico sì che si organizzarono in associazioni, pubblicarono giornali, inviarono rappresentanti al parlamento turco.
Alla Conferenza di Pace del 1919 reclamarono l’indipendenza della nazione curda.
Con il Trattato di Sèvres del 1920 sembrò che il loro sogno d’indipendenza si avverasse dato che, grazie all’appoggio britannico, venne riconosciuta la loro autonomia con la costituzione dello Stato del Kurdistan
Il nazionalismo turco, guidato da Atat”urk, impedì però la realizzazione del progetto e portò alla spartizione dei territori abitati dai Curdi tra la stessa Turchia, l’Iran, l’Iraq. Una minoranza rimase in Siria e negli altri Stati della regione.
Nel febbraio del 1925 i Curdi si sollevarono contro il Governo turco che represse duramente la ribellione.
Dopo l’indipendenza (1933) dell’Iraq le tribù curde di quella regione ebbero sovente manifestazioni di carattere rivoltoso.
Del pari nel 2° dopo-guerra i Curdi persiani, guidati dalla famiglia Barzani (tuttora alla testa di quelle popolazioni),condussero una lunga guerriglia contro Teheran che durò sino al 1974 quando gli Iracheni ritirarono l’appoggio fino ad allora loro prestato.
Durante il conflitto iracheno-iraniano (1980-’88) il governo di Baghdad cercò di annullare le conquiste autonomistiche curde attraverso deportazioni di massa, bombardamenti e perfino l’uso di gas (strage di Halabja nel 1988).
In Turchia il partito P.K.K. (partito dei lavoratori del Kurdistan) è stato dal 1991 sottoposto a restrizioni via via più pesanti mentre l’esercito turco ha svolto offensive nel settentrione dell’Iraq dove si trovano le basi dei guerriglieri curdi in Turchia.
Attualmente la situazione dell’area appare molto fluida e dagli sviluppi non facili da prevedere.
Il Kurdistan iracheno è sottoposto ai violenti attacchi dell’ISIS.
In Turchia non sembra emergere una riduzione della pressione governativa sull’irrequieta, consistente minoranza curda.
Confusa è la situazione in Siria.
Le potenze occidentali sembrano prive di un’incisiva strategia di ampio respiro per il Medio Oriente limitandosi a d imbastire un’operazione di contenimento dell’ISIS e di sostegno, a tal fine, dei Curdi.
Avrà successo una tale operazione utilizzando la sola arma aerea ?
I dubbi sono piu’ che giustificati.
fonte: cartalibera
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