Aggiornato il 03/05/18 at 04:40 pm
Nel pomeriggio di lunedì 14 luglio sono state liberate le due suore e i tre giovani caldei – due ragazze e un ragazzo – che dal 28 giugno erano stati trattenuti a Mosul da miliziani dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante…… I cinque – confermano fonti del Patriarcato caldeo di Baghdad – una volta ritrovata la piena libertà hanno subilo lasciato Mosul, raggiungendo la città di Dohuk, nel Kurdistan iracheno, a bordo di un taxi. “Suor Atur, suor Miskinta e i tre ragazzi stanno bene” riferisce all’Agenzia Fides il Patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphael I Sako, “e il loro ritorno in libertà rappresenta per tutti un segno di speranza, che conforta le anime in questo tempo difficile”.
Il Primate dela Chiesa caldea rivela a Fides particolari significativi sui giorni trascorsi dai cinque nelle mani di chi li aveva in consegna: “Le suore e i ragazzi” racconta il Patriarca Louis Raphael I, “erano tenuti in una casa, veniva garantito loro il cibo e non sono stati maltrattati. Durante quei giorni hanno pregato molto. Hanno recitato le lodi, i vespri e tanti santi rosari per la propria liberazione e per la pace in Iraq. Abbiamo saputo anche che nelle conversazioni con chi li aveva fermati, le suore rispondevano con serenità e coraggio su tutte le questioni poste, dando ragione della loro speranza”. Il Patriarca conferma che per il ritorno in libertà delle religiose e dei ragazzi non è stato pagato nessun riscatto. I responsabili del loro fermo hanno trattenuto l’automobile su cui i cinque avevano raggiunto Mosul, e hanno saccheggiato la casa famiglia per orfani gestita in quella città dalle suore, dopo essersi fatti aprire la porta.
Davanti all’offensiva degli insorti sunniti guidati dai miliziani islamisti dell’ISIL, iniziata lo scorso 9 giugno, le suore e tutti gli ospiti della casa-famiglia avevano lasciato Mosul trovando rifugio nella città di Dohuk.Da lì suor Atur aveva effettuato più volte rapide sortite a Mosul per visitare famiglie di amici e conoscenti e per verificare le condizioni della casa e delle chiese circostanti. Gli islamisti proprio nella città sorta nell’area dell’antica Ninive hanno posto il centro dell’autoproclamato aliffato Islamico e nei giorni scorsi hanno rimosso la croce che sovrastava la chiesa di Sant’Efrem, sede dell’Arcivescovo siro ortodosso di Mosul. (GV) (Agenzia Fides
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