La Turchia, i curdi turchi, iracheni e le comunità curde europee pendono dalle sue labbra.

Aggiornato il 03/05/18 at 04:32 pm


Oggi Abdullah Ocalan, leader storico del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), farà l’attesissima dichiarazione con la quale, salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, annuncerà un cessate il fuoco e una road map per il processo di pace…… La pace per un conflitto che in poco più di 30 anni ha fatto più di 40.000 morti. Un problema che, ad Istambul, alcuni tendono a ridimensionare:
“Turchi e curdi, siamo tutti fratelli. Non ci sono divisioni” afferma un curdo residente ad Istanbul. “Io vivo qui da anni e mai nessuno mi ha detto ‘sei un curdo’. E’ un problema che non esiste. Ma a causa degli atti di terrorismo i nostri villaggi si svuotano. E se ci sarà la pace, saremo tutti più contenti”.
Ocalan sconta la reclusione a vita nell’isola di Imrali, nel Mar di Marmara al largo di Istanbul, dopo la commutazione di una condanna a morte. Asli Audistashas, commentatrice del quotidiano ‘Milliyet’:
“Uno dei motivi è la presa di coscienza che non si può vincere. Che non significa che si perde. Ma è un conflitto che non si può vincere. E vale per ambo le parti”.
L’agenda per la pace di Ocalan, già consegnata al partito curdo legale Bdp e al Premier Erdogan, prevede il ritiro di circa 3.000 militanti del Pkk nelle basi arretrate delle montagne irachene. Appena l’inizio
Euronews
 

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