Aggiornato il 03/05/18 at 04:34 pm
Panoramakurdo.it
La Corte Suprema iraniana ha confermato le condanne a morte di due prigionieri politici curdi. La notizia è stata data dalle fonti locali all’Associazione Internazionale per i diritti umani in Iran. I due giovani curdi Zanyar Moradi e Loghman Moradi sono stati avvisati……. dalla loro condanna dall’ autorità carcerarie dalla prigione Rajaee Shahr. Infatti, Loghman Moradi dopo aver confermato la notizia, ha detto “ sono scioccato dopo aver sentito il verdetto”.
I due prigionieri politici curdi nel febbraio 2011 avevano già scritto una lettere sostenendo che sono stati torturati in prigione e costretti a fare false confessioni, quindi avevano presentato la richiesta di appello per la loro condanna. Rimasta lettera morta.
In un intervista il padre Zanyar Moradi che è un membro dell’opposizione curda dal partito curdo Komalah, che combatte il regime degli Aytollah per la libertà di 8 milioni di curdi nel kurdistan dell’Iran, ha dichiarato: “Mio figlio che ha solo 20 anni, è stato falsamente condannato come fosse un’ assassino”. Aggiungendo “ Mio figlio è stato arrestato 20 mesi fa e dopo 17 mesi fu accusato di omicidio e di terrorismo. Ma tutto la popolazione della città curda di Mariwan sa che Zanyar e il suo amico non sono degli assassini.
Non è la prima volta che il regime iraniano condanna a morte gli esponenti curdi accusandoli di essere (nemici di Dio).
Negli ultimi anni, almeno 10 curdi sono stati messi a morte per reati politici. Almeno altri 14, tra cui una donna, sono in attesa dell’esecuzione per reati connessi all’appartenenza a gruppi armati o a gruppi fuorilegge. In alcuni casi, la loro condanna a pena detentiva è stata trasformata in appello in condanna a morte.
L’Iran ha il dovere di garantire la sicurezza dei suoi cittadini, ma ha anche quello di prevenire la discriminazione e le violazioni nei confronti dei cittadini curdi. Obblighi che vengono disattesi con il ricorso alla pena di morte che, anzi, mette ancora una volta l’Iran, dopo la Cina, in testa alla lista dei paesi che puniscono in modo crudele, disumano e degradante.
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