Aggiornato il 03/05/18 at 04:36 pm
di Marco Morino
Le imprese italiane di costruzioni si proiettano sempre di più sui mercati internazionali: il fatturato estero rappresenta, infatti, oltre la metà del fatturato globale del settore (54%). Non ci sono solo le grandi imprese che conquistano maxi-commesse all’estero.
Anche le piccole imprese dell’edilizia sono desiderose di varcare i confini nazionali e conquistare importanti fette di lavori all’estero.
Confindustria Ance ha creato, al riguardo, il gruppo Pmi internazionale con l’obiettivo di favorire l’espansione all’estero delle imprese minori, che costituiscono l’ossatura del settore.
Il gruppo agisce in stretto coordinamento con ministero degli Esteri, Ice e sistema bancario.
Il prossimo 7 aprile a Milano, nella sede dell’Assimpredil, si svolgerà una riunione a porte chiuse del gruppo Pmi per mettere a fuoco la strategia di attacco nelle aree ritenute più promettenti per le imprese italiane.
Il ministro plenipotenziario Massimo Rustico, assegnato dalla Farnesina all’Ance a sostegno delle politiche di internazionalizzazione del settore, è in grado di anticipare la mappa delle opportunità.
Un primo gruppo di paesi giudicato molto interessate è quello costituito da Croazia, Serbia, Romania e Polonia.
Il governo croato ha annunciato la realizzazione di 30 progetti infrastrutturali prioritari per un valore complessivo di 14 miliardi di euro nei settori trasporti, energia e ambiente. I finanziamenti saranno un mix tra statali, europei e privati.
Anche la Romania dispone di fondi Ue non spesi e ha in programma investimenti importanti nelle infrastrutture.
In Polonia Astaldi, in associazione con alcune imprese turche, si è aggiudicata un tronco del metrò di Varsavia. Passando all’Asia e al Medio Oriente svettano due casi su tutti: Iraq e Qatar.
L’Iraq potrebbe essere uno dei mercati di maggiori opportunità per le imprese di costruzione.
Il Paese, dopo il devastante periodo bellico, si sta apprestando ad adottare grandi progetti di riedificazione, in parte finanziati con i proventi dei giacimenti petroliferi. Ulteriori opportunità infrastrutturali sono emerse nella regione del Kurdistan iracheno.
Il Qatar, al quale sono stati assegnati i mondiali di calcio del 2022, si appresta a investire decine di miliardi di dollari nelle infrastrutture. Al momento il portafoglio ordini delle imprese italiane di costruzione verso il Qatar ammonta a 1,5 miliardi di dollari: ci sono tutte le possibilità per fare di più.
Poi c’è il caso della Turchia, un paese che ha fatto delle infrastrutture un volano per la sua crescita. In Turchia ci sono progetti giganteschi, che possono interessare gli italiani.
L’Ance ne cita uno su tutti: l’autostrada a nord del mar di Marmara, che contempla anche la costruzione del terzo ponte di Istambul. Infine l’Australia.
Ghella ha fatto da apripista aggiudicandosi di recente, in joint venture con la spagnola Acciona e l’australiana Bmd holdings, l’appalto per la costruzione di due tunnel autostradali paralleli (Northern link) a Brisbane: un’opera da 1,2 miliardi di euro.
In generale è tutta l’Australia a mostrare un interesse crescente verso il potenziamento delle infrastrutture e infatti l’Ance già da tempo ha realizzato un dossier ad hoc sul paese oceanico.
Fonte: Eurogroup e Il Sole 24 Ore
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