I dati ufficiali dei morti nella guerra in Iraq

Aggiornato il 03/05/18 at 04:37 pm


di Vito Di Ventura
Ieri, sul sito dell’”US Central Command”, è stato reso pubblico, nella sua versione integrale, il rapporto ufficiale delle vittime della guerra in Iraq, su pressioni dell’Università George Washington. Secondo tale rapporto, che prende in considerazione solo 4 anni di guerra, dall’agosto 2004 all’agosto 2008, i morti iracheni sono stati 76.939, di cui 63.185 civili e 13.754 militari o membri delle forze di sicurezza irachene.
Il numero fornito dagli Stati Uniti è inferiore a quello del governo Iracheno. Infatti, il Ministro Iracheno per i Diritti Umani lo scorso anno ha comunicato che, compresi i militari e i poliziotti, gli iracheni uccisi dall’inizio del 2004 a ottobre 2008, furono 85,694.
Il portavoce del ministro disse che i dati delle fonti militari Statunitensi erano vicino ai suoi e perciò avevano una certa attendibilità ed aggiunse che “il numero non ha solo valore statistico, ma ha un risvolto sociale poiché dietro i numeri dei morti ci sono persone invalide, vedove e orfani”.
Gli anni peggiori sono stati quelli dal 2005 al 2007, quando il Paese fu pervaso da una violenta ondata di scontri tra i diversi gruppi etnici, Shiiti e Sunniti. Nel periodo coperto dal rapporto, almeno 121.649 Iracheni furono feriti, mentre le truppe della Coalizione subirono 3.592 morti e 30.068 feriti.
Nel 2006 morirono più di 2.100 civili al mese, un fortissimo aumento rispetto ai 239 al mese del 2004, ma il picco massimo si ebbe nel 2007 quando le perdite civili ammontarono a più di 3.000 al mese, mentre diminuirono alla fine dell’anno con la controffensiva militare USA. Nel luglio 2008 morirono 804 civili e nel mese di agosto scesero a 488. Negli ultimi due anni (2008-2010) il livello di violenza è molto diminuito.
Tuttavia, non è chiaro se i dati del rapporto comprendono anche quelli immediatamente successivi all’invasione del 2003, mentre rimane ancora sconosciuto il numero esatto degli iracheni morti nell’intero arco degli oltre 7 anni di guerra. Le stime non sono affatto credibili poiché variano da meno di 100.000 a centinaia di migliaia ed è difficile, perciò, stabilire quale sia il più accurato.
L’indagine del 2006 condotta dal Lancet, un giornale medico Britannico, stimò che più di 600.000 iracheni morirono a causa della guerra, un numero 10 volte maggiore di quelli stimati all’epoca. Per l’Iraq Body Count, un database pubblico dei civili morti dal 2003, il numero varia da 98.252 a 107.235.
La considerazione da fare è e rimane solo una: ne è valsa la pena?
Per Condoleezza Rice, la Segretaria di Stato pro tempore, in una recente intervista rilasciata alla CNN la rimozione di Saddam Hussein fu giusta e lo rifarebbe, mentre per la ricostruzione dell’Iraq agirebbe in modo differente. “Penso che ci siamo concentrati troppo su Bagdad trascurando le provincie…forse non abbiamo capito il livello da dove la società dovesse partire dopo anni di tirannia. Comunque, sarà la Storia, nel futuro, a giudicare il successo o il fallimento della guerra o delle altre politiche estere dell’Amministrazione di George W. Bush…non siamo andati in guerra per democratizzare l’Iraq, così come gli Stati Uniti non hanno combattuto Adolf Hitler per democratizzare la Germania…siamo andati in guerra perché Saddam rappresentava una minaccia alla sicurezza e agli interessi degli Stati Uniti”.
ItaliaNews
 

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*