Iran: blogger condannato a 19 anni di carcere – L’ANALISI

Aggiornato il 03/05/18 at 04:37 pm


di Farian Sabahi,

la notizia della magistratura iraniana che ha condannato il blogger irano-canadese Hossein Derakhshan a 19 anni e mezzo di carcere si presta a qualche interessante riflessione. Derakhshan ha 35 anni ed è un personaggio famoso. Sul web è noto come Hoden ed è soprannominato “il padre dei blogger iraniani” perché nel 2001 ha preparato una sorta di guida online in persiano per gli utenti della Rete. La sua storia è complessa: come tanti altri iraniani è cresciuto in patria, nel 2000 è emigrato a Toronto, in Canada, dove ha studiato sociologia. Si è sposato con un’iraniana conosciuta nel Nord America, nel 2008 ha frequentato un master in cinema e media alla prestigiosa scuola di studi orientali Soas di Londra e poi è tornato a vivere in Iran dove l’emittente televisiva in lingua inglese PressTV gli aveva offerto un lavoro.
Ma quello che stupisce di Derakhshan è che, dopo aver criticato l’establishment religioso, nel dicembre 2008 sia tornato in Iran perché sostenitore del presidente Ahmadinejad: il blogger si è definito a favore al programma nucleare, a questo proposito ha persino scritto un articolo sul Washington Post. Sul quotidiano britannico Guardian ha scritto che se gli Usa avessero attaccato l’Iran sarebbe tornato in patria a combattere. E in seguito ha avuto una serie di battibecchi con altri iraniani che lottano a favore dei diritti umani e di un cambio di regime.
Ma andiamo con ordine. Nel 2006 Derakhshan, che ha doppio passaporto iraniano e canadese, ha usato quest’ultimo per visitare Israele. E ha raccontato la propria esperienza sul blog, in lingua persiana e perciò accessibile agli utenti della rete nella Repubblica islamica.
Quando, due anni fa, è tornato in Iran, è stato subito arrestato e da quel momento è nella prigione di Evin, nel nord della capitale Teheran, e i diplomatici canadesi non hanno potuto incontrarlo perché, come nel caso della giornalista Roxana Saberi, le autorità iraniane non riconoscono la doppia cittadinanza.
L’opinione diffusa è che sia finito in carcere con l’accusa di spionaggio, per essersi avventurato in Israele. E infatti il sito conservatore Mashreghnews, vicino alla presidenza della repubblica, ha scritto che Dearkhshan è stato condannato per aver collaborato con Paesi ostili, per aver diffuso propaganda contro le autorità, aver promosso gruppi controrivoluzionari e aver insultato l’Islam e i protagonisti della religione musulmana.
Ma forse a metterlo nei guai sono state le critiche – espresse nel suo blog – nei confronti del potente Rafsanjani, nemico di Ahmadinejad. Il blogger sarebbe quindi, come tanti altri, una pedina nella lotta di potere tra i vari gruppi che cercano di controllare le istituzioni della repubblica islamica.
La pena è severa ma molti – anche tra i suoi famigliari – temevano fosse condannato a morte. Forse, dopo il caso di Sakineh, le autorità non volevano ulteriori interferenze da parte di Paesi stranieri. In ogni caso Derakhshan potrà presentare appello.
Fonte: Panorama.it
 

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