Aggiornato il 03/05/18 at 04:37 pm
Almeno quattro persone sono state uccise e sedici sono rimaste ferite questa mattina in un attacco kamikaze con un’autobomba compiuto davanti agli uffici a Baghdad della tv satellitare araba al Arabiya. Lo ha reso noto un nuovo bilancio del ministero degli Interni iracheno. Il primo bilancio parlava di cinque feriti. “Il nostro ufficio è gravemente danneggiato e si è creato un enorme cratere davanti. Fra le vittime figurano una guardia di sicurezza e un dipendente della sede”, ha indicato un giornalista della catena. Le altre due vittime, carbonizzate, non sono ancora state identificate. Il 25 giugno l’emittente – a capitale saudita – aveva chiuso il suo ufficio a Baghdad per le minacce di attentati da parte dei ribelli. “Fonti del ministero degli Interni iracheno ci hanno informato di avere notizie secondo cui gruppi terroristici monitorano il nostro ufficio in preparazione di un attentato”, aveva indicato in quella circostanza un giornalista della catena sotto copertura di anonimato. “La direzione di al Arabiya ha chiesto a tutti i dipendenti, giornalisti e tecnici, di non venire a lavorare”, aveva aggiunto. La redazione della tv satellitare araba si trova nel quartiere di al Harithiya, nel centro della capitale. Al Arabiya ha aperto la sua redazione a Baghdad nel settembre 2003 ed è già stata bersaglio di attentati in Iraq. Nel 2008, il suo direttore Jawad Hattab è sfuggito alla morte nell’esplosione di un ordigno collocato sotto la sua automobile. Nel 2006, sette persone furono uccise e venti rimasero ferite in un attentato con un’autobomba sempre contro la redazione di Baghdad, che all’epoca si trovava in un’altra zona della capitale. Alcuni suoi giornalisti sono stati assassinati in operazioni mirate, come Atouar Bahjat nel febbraio 2006 vicino a Samarra (sud), o feriti in tentativi di sequestro, come Jawad Kazem nel giugno 2005. Al Arabiya ha rapporti complessi con il governo iracheno, a forte predominanza sciita, che la accusa di parteggiare per i sunniti nella delicata copertura del processo politico iracheno.
Apcom
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